giovedì 19 novembre 2015

Polveri cancerogene sul territorio, i dati dell'indagine dopo l'incendio Ram del 2014


Le sostanze cancerogene immesse nell'atmosfera dopo l'incendio al serbatoio della Ram del 27 settembre 2014

I DATI
Polveri contenenti sostanze pericolose per la salute pubblica sono ricadute sul territorio in seguito all’incendio che, nella notte del 27 settembre 2014, si è sviluppato nel serbatoio TK 513 della Raffineria di Milazzo. Le maggiori concentrazioni di inquinanti classificati come cancerogeni hanno interessato sia Archi e Milazzo che, in misura minore, la Valle del Mela e l’area limitrofa. Di conseguenza, «la popolazione è risultata esposta a inquinamento atmosferico e, se non sono state adottate opportune cautele, potrebbe avere assunto ulteriori dosi di sostanze pericolose anche per via alimentare». È questo l’esito dell’indagine epidemiologica ed ambientale condotta in seguito all’incendio alla Ram dello scorso anno dal prof. Annibale Biggeri, ordinario di Statistica medica presso l’Università di Firenze e responsabile della società per l’Epidemiologia e la Prevenzione, con l’obiettivo di integrare i dati forniti dalle strutture pubbliche preposte. 

LO STUDIO
I risultati dello studio, commissionato con un budget di 7.500 euro dai Comuni di Santa Lucia del Mela, San Pier Niceto e Monforte San Giorgio, sono stati presentati ieri nel corso di una conferenza stampa presso la Sala Giunta del palazzo socio-culturale luciese, e poi durante un incontro al Teatro Trifiletti di Milazzo, dove sono intervenuti anche gli istituti scolastici mamertini «Da Vinci» e «Guttuso». Ai lavori, moderati da Peppe Maimone, presidente dell’Associazione per la difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini, sono intervenuti il dott. Pasquale Andaloro, focal point dell’Organizzazione mondiale della sanità, i sindaci dei Comuni che hanno richiesto lo studio e l’assessore all’ambiente di Milazzo Damiano Maisano.  

I TERRITORI COLPITI
L’indagine, che fotografa l’impatto ambientale determinato dall’emissione intensa e prolungata di fumi di combustione, è stata realizzata tramite la raccolta delle polveri depositate su varie superfici esterne nel raggio di 10 km dalla Raffineria, come ha spiegato Biggeri. L’analisi di 47 campioni, forniti dalla popolazione, ha consentito di rilevare un’eccedenza del 70% di inquinanti pericolosi (IPA, idrocarburi policiclici aromatici) nelle immediate vicinanze della Ram e nel territorio di Milazzo, e un’eccedenza del 30% ad ovest degli impianti, ovvero nei Comuni di Santa Lucia, San Filippo e Pace del Mela, San Pier Niceto, Corriolo, Gualtieri Sicaminò, Condrò. A determinare la ricaduta delle sostanze generate dalla combustione sarebbe stata la direzione del vento, che ha risparmiato invece la fascia di territorio ad est, compresa tra Giammoro e Venetico. L'indagine, ha concluso Biggeri, è una delle risposte che la popolazione si è data: sul territorio c'è un'incidenza di sostanze cancerogene che non ci dovrebbe essere; non è accettabile l'assenza di informazioni alla popolazione da parte degli organi preposti.

LA CENTRALINA DI ARCHI
Il prof. Biggeri ha poi commentato i risultati del monitoraggio attivato, con la collaborazione del parroco di Archi, padre Peppe Trifirò, e di alcune associazioni ambientaliste, al fine di misurare le medie giornaliere di sostanze inquinanti (PM2.25) immesse nell’atmosfera: per ben 16 volte, nel periodo che va da ottobre 2014 ad ottobre 2015, sono stati riscontrati valori anomali rispetto al limite imposto dall’Organizzazione mondiale della sanità, con picchi allarmanti (valori quasi quadruplicati) nello scorso mese di giugno.

La centralina di Archi registra la qualità dell'aria;
il grafico dimostra i picchi di immissione di inquinanti nell'atmosfera che si sono verificati nel corso di un anno,
con livelli allarmanti nel mese di giugno. 


COME STANNO I BAMBINI DI MILAZZO E DELLA VALLE DEL MELA?

Tra le questioni affrontate ieri, anche la correlazione tra malattie respiratorie e inquinamento, dimostrata dallo studio scientifico presentato dal dott. Pasquale Andaloro e condotto sui dati relativi allo stato di salute dei bambini della Valle del Mela. I dati si aggiungono a quelli che hanno rilevato, sempre nei bambini della Valle del Mela e di Milazzo, la presenza di metalli pesanti nelle urine e preoccupanti anomalie nello sviluppo degli organi genitali. Il risanamento del territorio è urgente ma, nonostante queste evidenze, ha denunciato Andaloro, nulla sinora è stato fatto. 

L'incontro di ieri al Trifiletti