Il Comitato "Mamme per la Vita" di Saponara esprime solidarietà a Silvia Ferrantes, mamma attivista di Lanciano, in provincia di Chieti: Terna le chiede 16 milioni di euro di risarcimento. Ecco la vicenda, raccontata nel comunicato stampa che riceviamo e pubblichiamo.
"Qualche anno fa, Silvia e Luca hanno deciso di lasciare Roma, al fine di far vivere una vita più salubre al loro bambino nella natura incontaminata. Ma pochi mesi dopo la nascita del loro figlio, hanno scoperto che nel raggio di 80 metri dalla loro casa sarebbe stato immesso un traliccio dell’Elettrodotto Villanova Gissi a 380 Kv di Terna.
E’ notizia di questi giorni che Silvia per la sua opposizione non-violenta al progetto e per aver avuto il coraggio di lottare, è stata citata in giudizio per ben 24 volte dalla Multinazionale Terna, 24 processi, tutti separati e distinti, come se si stesse parlando di qualcosa che accade per 24 motivi diversi. Il reato sarebbe stato presenziare alle manifestazioni e a quanto stesse accadendo sui campi nei giorni in cui molti proprietari si sono opposti alle occupazioni d’urgenza per la realizzazione dell'elettrodotto in doppia Terna a 380 Kv.
Per questo “grave reato” Terna ha chiesto a Silvia un risarcimento di 16 milioni di euro.
Tale importo è a dir poco pazzesco, ma è così che Terna vuole dare un avvertimento esemplare per tutti gli attivisti, semplici cittadini e proprietari terrieri, che vogliono tutelare la propria salute e il loro territorio da queste fonti d’inquinamento che distruggono anche la bellezza paesaggistica, ovviamente il tutto con l’Autorizzazione del Governo e dei vari Ministeri, nonostante sia un'opera contestatissima non solo dai cittadini ma anche da alcuni Comuni e da diversi uffici della Regione Abruzzo, che hanno segnalato varie criticità. Diversi i ricorsi ancora pendenti davanti a TAR e Consiglio di Stato.
Difendendo la terra e il futuro dei propri figli si rischia di dover pagare decine di milioni di euro se la controparte si chiama TERNA S.p.a. In realtà sono diversi gli attivisti/proprietari raggiunti dalle citazioni di TERNA ma il caso di Silvia Ferrantes rappresenta un record forse di livello nazionale.
Un'opera realizzata nel 2015 per oltre un terzo in aree a rischio frane e inondazioni, sostanzialmente inutile perché incarna un'idea obsoleta di pensare la produzione e la distribuzione dell'energia, che ha dato origine a manifestazioni che hanno visto la partecipazione di numerose persone, cittadini, comitati, Sindaci, giornalisti...insomma una comunità. Una comunità che non accetta passivamente quanto imposto dall'alto, da un sistema che sobillando lo spauracchio dei black-out, si incarna nel braccio operativo di una s.p.a., calpestando vite, territori e possibilità future. Una società che recentemente si è vista bocciare dal Consiglio di Stato ben due elettrodotti in Nord Italia.
Deve valere molto la semplice esistenza di questa singola cittadina, forse perché dietro quella mamma si intravede un'intera comunità che quest'opera non la vuole, forse perché la semplice presenza di quella mamma racchiude la vita di una comunità che anche se non si vedrà togliere un pezzo di terra si vedrà togliere la serenità: perché vivere all'ombra di un'opera che genera elettromagnetismo, a cui l'OMS raccomanda di esporsi il meno possibile, che lo IARC dice capace di aumentare notevolmente la possibilità di insorgenza di leucemie infantili; anche se ti lascia la terra ti toglierà per sempre la serenità...
Già conoscevamo l’arroganza e i metodi sprezzanti con cui Terna esercita il suo strapotere ma noi cittadini italiani crediamo di avere il diritto di salvaguardare il nostro territorio e la nostra cultura; crediamo di avere il diritto di difendere i nostri figli, i nostri paesi dall’invasione e manomissione scellerata da parte di multinazionali, dedite all’accaparramento di profitti privati a danno del bene comune.
Invitiamo dunque Terna a rivedere il proprio atteggiamento dittatoriale (purtroppo agevolato dalle politiche economiche del nostro governo), senza scatenare una guerra che porterebbe solo danni a entrambi le parti e a rispettare la volontà popolare e il territorio di cui noi cittadini siamo custodi per i nostri figli e le generazioni future".
Saponara, 30 Novembre 2015