lunedì 2 giugno 2008

Che cos'è Agenda 21 Locale. Informazioni corrette sul funzionamento, le finalità e le modalità del progetto ONU di sostenibilità ambientale e sviluppo

Agenda 21L è un documento di intenti ed obiettivi programmatici su ambiente, economia e società sottoscritto da oltre 170 paesi di tutto il mondo, durante la Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo (UNCED) svoltasi a Rio de Janeiro nel giugno 1992. Tale documento è formato da 40 capitoli e suddiviso in 4 sezioni: dimensioni economiche e sociali, conservazione e gestione delle risorse per lo sviluppo, rafforzamento del ruolo delle forze sociali e strumenti di attuazione.
In particolare, il capitolo 28 "Iniziative delle amministrazioni locali di supporto all'Agenda 21L" riconosce un ruolo decisivo alle comunità locali nell'attuare le politiche di sviluppo sostenibile, tenuto conto che oltre il 45% della popolazione mondiale vive in contesti urbani, percentuale destinata a crescere fino al 63% nel 2030.
Nel capitolo 28 si legge "Ogni amministrazione locale dovrebbe dialogare con i cittadini, le organizzazioni locali e le imprese private e adottare una propria Agenda 21 locale. Attraverso la consultazione e la costruzione del consenso, le amministrazioni locali dovrebbero apprendere e acquisire dalla comunità locale e dal settore industriale, le informazioni necessarie per formulare le migliori strategie".
L'Agenda 21 locale può in questo modo essere definita come un processo, condiviso da tutti gli attori presenti sul territorio (stakeholder), per definire un piano di azione locale che guardi al 21° secolo.
Il recente Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile (WSSD), tenutosi a Johannesburg dal 26 agosto al 4 settembre 2002, ha rappresentato un'importante occasione per rilanciare l'impegno degli Enti locali. Nei documenti finali del Summit il governo locale ha ottenuto il riconoscimento della comunità internazionale per il suo ruolo di attore chiave nell'attuazione dell'Agenda 21L. L'obiettivo per il prossimo decennio è di passare dall'Agenda 21L all'Azione 21L e di adottare Piani d'azione "concreti e realistici".
L'Agenda 21 locale in Italia
Dopo Rio, affinché l'Europa risponda positivamente alla sfida dello sviluppo sostenibile, viene organizzata nel 1994 la Conferenza di Aalborg nel cui ambito nasce la Campagna europea città sostenibili. La Conferenza di Lisbona del 1996 e quella di Hannover del 2000 rappresentano un momento di confronto importante per i paesi che hanno raccolto questa sfida. Oggi in Italia sono numerose le amministrazioni che, firmando la Carta di Aalborg e aderendo alla Campagna europea città sostenibili, stanno promuovendo processi di Agenda 21 locale sul proprio territorio. Un impulso decisivo in questa direzione viene dalla nascita del Coordinamento nazionale Agende 21 locali nel 1999 a Ferrara, recentemente trasformato in Associazione. L'Associazione riveste un ruolo di primo piano nel diffondere, valorizzare e monitorare le esperienze di Agenda 21 locale in corso e nel favorire la partnership e lo scambio di informazioni tra gli enti locali. Uno degli strumenti più efficaci a disposizione dell'Associazione è la divulgazione, presso tutti i comuni, le province e le regioni della traduzione in italiano della Newsletter della Campagna europea città sostenibili, che contiene una sezione espressamente dedicata al nostro Paese. Inoltre, nel 2000 l'ANPA ha pubblicato un Manuale tecnico-operativo per lo sviluppo dei processi di Agenda 21 locale. Anche questo strumento, diffuso capillarmente, si è rivelato particolarmente utile per incentivare le amministrazioni a muoversi sulla via dello sviluppo sostenibile. Infine, il Ministero dell'ambiente con il Bando 2000 per il cofinanziamento di progetti di Agenda 21 locale ha messo a disposizione delle amministrazioni locali e degli enti parco 12,9 milioni di euro (pari a circa 25 miliardi di lire) e sta sostenendo l'attuazione di 110 progetti. Il Bando 2000 ha avuto un ruolo determinante nella diffusione in Italia dei processi di Agenda 21 locale: il 62% dei progetti cofinanziati rappresentano nuove esperienze di Agenda 21 locale, che coinvolgono soggetti, interessi e risorse mai prima dedicate alla sperimentazione di processi di pianificazione territoriale integrata e partecipata. I progetti cofinanziati sono monitorati dal gruppo di lavoro Agenda 21 locale (infoagende21@svs.minambiente.it 06/57225956/5066).I risultati delle indagini di monitoraggio sono pubblicati sul sito. Tali pubblicazioni costituiscono non solo uno strumento di trasparenza delle attività finanziate, ma anche un supporto per conoscere e mettere in rete le esperienze sviluppate sul territorio e per avere una visione d'insieme delle criticità e dei punti di forza

IL CITTADINO

è il PRIMO ATTORE DEL PROCESSO DI CAMBIAMENTO: ATTIVO, INFORMATO, PARTECIPE


- Il cittadino deve essere informato sulle tematiche ambientali. Egli deve poter valutare la qualità dell'ambiente in cui vive e le modificazioni che lo minacciano. Le Amministrazioni sono tenute a fornire informazioni chiare ed esaurienti, possibilmente attraverso l'uso di tecnologie informatiche interattive;

- La partecipazione dei cittadini ai processi decisionali pubblici è la prima condizione di sostenibilità dello sviluppo. Le politiche ambientali devono essere basate sul confronto con i soggetti sociali interessati e tradursi in strategie condivise. Una decisione concertata con i destinatari e costruita con un alto tasso di consenso, è una decisione democratica che ha più probabilità di essere attuata in modo ottimale grazie alla collaborazione di tutti;

- I cittadini ed in particolar modo le Associazioni di protezione ambientale od in altro modo rappresentative, sono depositari di preziose conoscenze relative alla situazione del territorio, alle esigenze ambientali locali ed agli interessi di chi vi abita;


AGENDA 21 LOCALE DI URBIS FELICIAE NOSTRAELE AZIONI

Azione 1 - Coinvolgere gli attori locali: consolidare ed ampliare il ruolo della partecipazione locale;
Azione 2 - Implementazione del Forum di Agenda 21 locale: investire sulla qualità delle relazioni fra gli attori;
Azione 3 - Il Rapporto sullo Stato dell'Ambiente: una tappa verso il Sistema di Gestione Ambientale.
IL RAPPORTO SULLO STATO DELL'AMBIENTE
Il reporting e la costruzione di un articolato set di indicatori per la valutazione dei fattori di pressione, della qualità delle risorse ambientali e della capacità di risposta pubblica e privata costituiscono elementi chiave sia per il processo di Agenda 21 che, più in generale, per il governo e il monitoraggio del territorio.
Che scopo può avere un RSA
- Restituzione, il più possibile completa e rappresentativa, dello stato dell'ambiente (nel senso più ampio del termine, secondo il concetto di sostenibilità, cioè di tutte le sue componenti ambientali, socio-economiche).
- Individuazione delle componenti ambientali sensibili e dei "fattori di pressione" (derivanti dalle attività antropiche) più critici.
- Supporto all'individuazione degli obiettivi e delle priorità di tutela e gestione delle risorse naturali.
- Rassegna e valutazione delle politiche in atto a livello locale in relazione agli obiettivi e alle priorità.
- Monitoraggio periodico dello stato dell'ambiente e dei fattori di pressione in relazione agli obiettivi selezionati nell'ambito delle politiche di risposta.
- Informazione pubblica e comunicazione mirata ai diversi interlocutori coinvolti e da coinvolgere nel processo di A21L e nella formazione ed attuazione del Piano di Azione Locale.
L'RSA rappresenta un quadro diagnostico aggiornato sugli aspetti quantitativi, qualitativi e gestionali, relativi allo stato ambientale, sociale ed economico della comunità locale.
Aree di indagine del RSA
- sistema socio-economico
- sistemi ambientali
- aria e cambiamenti climatici
- acque
- rumore
- paesaggio
- biodiversita'
- suolo e sottosuolo
- settori di attività e pressione antropica
- industria
- agricoltura
- turismo
- popolazione e insediamenti
- trasporti
- rifiuti
- energia
- inquinamento elettromagnetico
RSA E INDICATORI
Per l'elaborazione del Rapporto sullo Stato dell'Ambiente, si sviluppa un set di indicatori, in grado di costituire anche per il futuro un utile strumento di monitoraggio delle evoluzioni dello stato ambientale, dell'efficacia delle politiche pubbliche e private, del livello di integrazione della dimensione ambientale nelle politiche di settore. IndicatoreValore di un'osservazione misurato attraverso un parametro o più parametriSistema di indicatoriCostituito da più indicatori correlati in modo logico e funzionale, in grado di descrivere più fenomeni interrelati o da interpretare in modo coordinato. La costruzione del set di indicatori per il Rapporto sullo Stato dell'Ambiente, si sviluppa in tre fasi:
- preparazione della lista preliminare estesa degli indicatori e descrizione sommaria della loro struttura (serie temporale, unità di misura, criteri di aggregazione, etc.);
- verifica, affinamento e condivisione del sistema di indicatori sulla base della disponibilità effettiva dei dati e del confronto con gli organi preposti e con il Forum istituzionale;
- definizione e scelta finale del sistema di indicatori, con descrizione specifica del formato, e individuazione del sistema di indicatori di monitoraggio.
Principi di sostenibilità alla base della selezione degli indicatori:
Uguaglianza ed inclusione sociale: accesso a servizi di base adeguati ed economici per tutti.
Partecipazione/democrazia: partecipazione di tutti i settori della comunità locale ai processi decisionali.
Relazione fra dimensione locale e quella globale: soddisfazione dei bisogni a livello locale o comunque in maniera più sostenibile.
Economia locale: promozione dell'occupazione e dell'impresa, secondo modalità che minaccino in misura minimale le risorse naturali e l'ambiente.
Protezione ambientale: approccio ecosistemico; minimizzazione dell'uso delle risorse naturali, del territorio, della produzione di rifiuti e di sostanze inquinanti; accrescimento della biodiversità.
Patrimonio culturale/qualità dell'ambiente edificato: protezione, conservazione e recupero di valori storici, culturali ed architettonici; accrescimento e salvaguardia della bellezza e funzionalità di spazi ed edifici.
AGENDA 21 LOCALE PER UNA PROGRAMMAZIONE CONDIVISA
AGENDA 21 LOCALE COME MODELLO DI ORGANIZZAZIONE DI "URBIS FELICIAE NOSTRAE"
AGENDA 21 LOCALE COME STRUMENTO DI PROGRAMMAZIONE DI UNO SVILUPPO SOSTENIBILE, SOCIALE, ECONOMICO E TERRITORIALE DI OGNI COMUNE COMPONENTE LA "URBIS FEICIAE NOSTRAE"
Lo staff, composto da esperti selezionati attraverso un bando pubblico, per titoli e competenze, fa capo ai tre comuni che aderiscono al progetto "Urbis Feliciae Nostrae".
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Agenda 21 Locale E' UN PROGETTO CHE VERRA' EREDITATO DALLE AMMINISTRAZIONI FUTURE in quanto adottato dai comuni e non da una parte politica.
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Ecco perchè è importante esserci, anche noi, parte coinvolta in un'area dichiarata ad alto rischio ambientale, che non possiamo ignorare gli effetti dell'inquinamento di aria, acqua, suolo sullo stato della nostra salute, monitorato con crescente preoccupazione dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (la quale ha diffuso gli allarmanti dati raccolti nel corso di una conferenza nazionale organizzata a Milazzo la scorsa settimana)

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