Uno degli striscioni affissi in aula consiliare durante l'incontro con il sindaco Campo |
Hanno riaperto i battenti ieri mattina le scuole luciesi, dopo la chiusura di tre giorni disposta da un’ordinanza sindacale, mentre, nonostante l’apparente ritorno alla normalità, non si ferma la protesta dei cittadini per la difesa della salute umana e dell’ambiente. Domenica sera, striscioni e slogan su questi temi hanno tappezzato l’aula consiliare, nel corso dell’incontro pubblico organizzato dall’amministrazione comunale per fare il punto sulle azioni intraprese in seguito ai fatti di venerdì notte alla Ram.
Ai cittadini sono state elencate tutte le richieste a favore della tutela e del risanamento inoltrate al ministero dell’ambiente e rimaste carta straccia. L’ultimo caso eclatante risale all’anno scorso, quando il sindaco Nino Campo ha scritto a Roma, chiedendo la revisione dell’autorizzazione integrata ambientale della Raffineria di Milazzo, e si è sentito rispondere di non essere titolato ad intervenire sulle vicende dei colossi industriali del territorio, perché non ricadenti nel suo Comune.
Oltre a paradossi come questo, considerando che Santa Lucia del Mela rientra nell’area ad alto rischio di crisi ambientale, al centro dell’intervento di Campo anche la grave assenza di un piano comprensoriale di Protezione civile, lo scetticismo sui dati Arpa e le strumentazioni usate per i rilevamenti, la mancata tempestività nelle comunicazioni ufficiali trasmesse al Comune. Il primo cittadino ha poi rilanciato l’ipotesi di un esperto di chimica ambientale ed epidemiologia, in nome della chiarezza sulla qualità dell’aria che respiriamo, e sollecitato l’avvio di un registro tumori, ricordando i valori allarmanti risultati da uno studio dell’università di Messina sulla presenza di metalli nelle urine dei bambini di Milazzo e Valle del Mela.
Dare più voce all’area dichiarata ad alto rischio, a fronte di un livello bassissimo di informazioni ai cittadini e di gravi inadempienze istituzionali, è stata la richiesta dell’assessore all’ambiente Rosario Torre. A chiudere gli interventi, l’assessore alla Protezione civile Angelo Letizia, che ha ringraziato i volontari del gruppo comunale per l’azione tempestiva di sostegno offerta la notte del rogo anche a tanti nuclei familiari provenienti dai centri vicini.
«Il 27 settembre ha risvegliato le coscienze», ha ribadito Campo, «ma l’inquinamento esiste già da prima ed è dovuto all’intero polo industriale, non solo alla raffineria». Temi questi, che saranno affrontati nel consiglio comunale aperto del prossimo 15 ottobre, chiamato ad esprimersi sull’ipotesi del Css nella centrale termoelettrica di Archi, il progetto di conversione dell’Edipower già fortemente contestato dagli ambientalisti.