COMUNICATO STAMPA
Il
fronte contro l’inceneritore del Mela vanta ormai una “potenza di fuoco” non
indifferente.
Nei tre comuni in
cui si è votato (San Filippo del Mela, Pace del Mela e Gualtieri
Sicaminò) i NO
all'inceneritore hanno raggiunto percentuali
record: complessivamente 6450 NO, pari ad uno schiacciante 97,8% dei voti, con
una differenza molto contenuta da comune a comune (dal 96% di San Filippo al
99% di Pace del Mela). E’ veramente molto difficile immaginare che se si fosse
votato anche negli altri comuni del comprensorio i risultati avrebbero potuto
differire in maniera sostanziale.
Domenica
scorsa, quando ormai ci eravamo arresi all'evidenza che il maltempo avesse
rovinato la manifestazione, ecco invece arrivare oltre 2000 temerari pronti a
rischiare di ritrovarsi sotto un'acquazzone pur di manifestare contro
l'inceneritore.
E’ ormai chiaro a tutti che questo
temuto impianto ha incontrato la netta
ostilità dell’opinione pubblica di tutta l’ampia zona che ne subirebbe gli
effetti nefasti (secondo alcuni studi tali effetti ricadrebbero addirittura
fino ad un raggio di 30 Km).
Fortunatamente (non era scontato),
all’orientamento generale dei cittadini fa eco quello delle amministrazioni
comunali, che finora hanno mostrato una indiscutibile sensibilità al problema
dell’inceneritore.
Sensibilità
ribadita nell’incontro di venerdì scorso al Teatro Trifiletti di Milazzo,
organizzato dai presidenti dei consigli comunali del comprensorio, e con la
presenza di vari sindaci alla manifestazione della scorsa domenica.
A
questo punto, nella complessa partita
contro l’inceneritore è necessario concretizzare azioni efficaci e
potenzialmente decisive. E le occasioni in tal senso per le amministrazioni
comunali non mancano di certo.
Già,
perché forse ancora non tutti hanno chiaro che la realizzazione dell’impianto proposto da Edipower ha incontrato un
grosso ostacolo: il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9.
Si
tratta del più forte strumento di pianificazione territoriale, gerarchicamente
superiore a qualsiasi altro strumento urbanistico. Neanche il cosiddetto “Sblocca Italia” o una decisione governativa
potrebbero scavalcarlo. L’incompatibilità del progetto Edipower con tale Piano,
ribadita peraltro nei pareri negativi
della Soprintendenza e del Ministero dei Beni Culturali, è palese. Infatti
l’Art.55 del Piano dispone chiaramente il divieto alla realizzazione di nuovi
impianti industriali presso la raffineria e la centrale elettrica della riviera
di levante del Milazzese.
Il
parere negativo del Ministero dei Beni Culturali ha peraltro valore vincolante
nell’ambito della Valutazione di Impatto Ambientale cui è sottoposto il
progetto Edipower.
Capitolo chiuso quindi? Non proprio, perché:
1)
L’azienda
è determinata a perseguire il suo infausto progetto, infischiandosene sia della
volontà popolare, sia delle deliberazioni contrarie di praticamente tutti i
comuni da Messina a Furnari, sia di ogni proposta alternativa all’inceneritore
che noi stessi abbiamo avanzato sulla riconversione della centrale. E tale
determinazione si è concretizzata nel ricorso depositato da Edipower lo scorso
23 Febbraio al TAR del Lazio contro il parere del Ministero dei Beni Culturali.
2)
La
volontà del Ministro dell’Ambiente Galletti e più in generale del Governo Renzi
è indiscutibilmente orientata verso la realizzare di nuovi inceneritori “ad
ogni costo”. Alla volontà pro-inceneritori del governo nazionale fa eco la
ricattabilità del governo regionale, che si traduce sostanzialmente in una
sudditanza obbligata in materia di rifiuti, vista la perenne cattiva gestione
del problema da parte della Regione Siciliana, che “vanta” livelli di raccolta
differenziata da terzo mondo. Sudditanza che di fatto mette “fuori gioco” il
Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti, che pure è stato aggiornato con il
necessario adeguamento lo scorso Gennaio e che di fatto non prevede la
realizzazione di classici inceneritori in Sicilia, o almeno non nelle
dimensioni previste dal Governo Renzi e dal progetto Edipower.
3)
Il
Piano Paesaggistico dell’Ambito 9 è vigente in Regime di salvaguardia in quanto
adottato con DDG n.8470 del
4.12.2009, ma
non risulta ancora approvato in via definitiva. Pertanto sarebbero teoricamente
possibili delle motivate modifiche nell’approvazione finale da parte
dell’Assessorato regionale ai Beni Culturali.
Non è
difficile immaginare che delle pressioni volte a “rimuovere l’ostacolo” siano
in atto. Pressioni che potrebbero essere volte proprio ad ottenere una modifica
dell’art.55 del Piano Paesaggistico. E’ vero che una siffatta modifica dovrebbe
essere motivata quanto meno da valide osservazioni inviate nei tre mesi successivi
alla pubblicazione del Piano (avvenuta a cavallo tra il 2009 e il 2010), ma è
anche vero che gli effetti di possibili (speriamo di no) “forti pressioni”
dall’alto devono essere messi in conto.
E’
proprio su questi aspetti che si dovrebbe concentrare la “potenza di fuoco”
delle nostre amministrazioni comunali: da un lato costituendosi in giudizio per avversare il ricorso di Edipower e
dall’altro prendendo le difese dell’Art.
55 del Piano Paesaggistico dell’ambito 9.
Già con
una lettera aperta dello scorso 22 Febbraio avevamo invitato le amministrazioni
comunali ad inoltrare una formale richiesta all’Assessore regionale ai Beni
Culturali Carlo Vermiglio per ottenere l’approvazione del Piano senza modifiche
dell’Art.55, soprattutto per quel che riguarda le prescrizioni che vietano la
realizzazione di nuovi impianti nell’area industriale del milazzese.
Sembrerebbe
che i Sindaci dei sette comuni dell’AERCA abbiano colto l’invito, anche se la
richiesta che avrebbero inviato all’assessore Vermiglio non è ancora stata resa
pubblica nel dettaglio, ma appare necessario che anche le amministrazioni del
comprensorio facciano altrettanto.
Nell’incontro
di venerdì scorso al Teatro Trifiletti il vicepresidente del consiglio comunale
di Merì, Marilisa Grillo, ha letto il testo della richiesta che la propria
amministrazione ha inviato a Vermiglio, che riportiamo integralmente:
“Egregio
dott. Carlo Vermiglio,
Il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9 – Area
della catena settentrionale (Monti Peloritani) è stato adottato con DDG n.8470 del 4.12.2009.
Il
suddetto Piano ha acquisito enorme rilevanza nell’ambito della Valutazione di
Impatto Ambientale del progetto “Impianto di valorizzazione energetica di CSS
da realizzarsi nella Centrale Termoelettrica esistente di San Filippo del Mela
(ME)”, la cui istanza è stata presentata da
Edipower SpA al Ministero
dell’Ambiente il 22 settembre 2015.
Il
progetto prevede la realizzazione di un gigantesco impianto di incenerimento,
con capacità di 510.000 tonnellate l’anno di CSS (combustibile derivato da
rifiuti), rischiando di inficiare ulteriormente l’incantevole paesaggio del
golfo di Milazzo, nonché di aggravare i rischi sanitari per la popolazione del
già martoriato comprensorio della Valle del Mela.
La Soprintendenza di Messina ed il Ministero per i Beni e le attività culturali hanno espresso
parere negativo nei confronti del suddetto progetto rispettivamente il 5 Novembre
ed il 2 Dicembre 2015.
Tali
pareri si fondano sull’incompatibilità del progetto con il Piano Paesaggistico
d’Ambito 9 ed in particolare con l’art. 55, il quale, in merito agli impianti
industriali del milazzese, fissa concetti chiari e sacrosanti:
“Il paesaggio
[del milazzese] … possiede valenze storiche, paesaggistiche,
architettoniche ed ambientali notevolissime e storicamente vede una zona fra le
migliori e le più ambite proprio nella riviera di levante, oggi sede di
insediamenti industriali che confliggono fortemente con i valori e le valenze
che i luoghi ancora possiedono, rispetto a cui soprattutto alcuni impianti industriali si configurano come detrattori
paesaggistici tra l’altro lesivi di
potenzialità economiche non indifferenti…
[Tali impianti]
hanno avuto
gravi ricadute negative sia sullo sviluppo urbanistico e più in generale
sul contesto territoriale delle aree limitrofe, soggette a grave degrado
paesaggistico-ambientale…, sia sullo sviluppo
economico, con ricadute negative per l’intera provincia.
[…]
In un’ottica di sviluppo sostenibile è necessario rimuovere gradualmente i fattori di degrado e recuperare e riconvertire l’area, favorendo attività produttive a basso impatto ambientale che garantiscano la conservazione e, soprattutto, la trasmissione alle generazioni future di un patrimonio culturale e paesaggistico irripetibile.
In un’ottica di sviluppo sostenibile è necessario rimuovere gradualmente i fattori di degrado e recuperare e riconvertire l’area, favorendo attività produttive a basso impatto ambientale che garantiscano la conservazione e, soprattutto, la trasmissione alle generazioni future di un patrimonio culturale e paesaggistico irripetibile.
[…]
Gli impianti di produzione d’energia e di raffinazione rappresentano i due poli industriali a maggior incidenza sui fattori di degrado del Paesaggio Locale e costituiscono detrattori paesistici.[…] E’ necessario che vengano adottati tutti i possibili accorgimenti per ridurre il carico inquinante e mitigare l’impatto visivo di tali impianti ed è vietato il potenziamento degli stessi e l’ampliamento delle aree interessate.
Gli impianti di produzione d’energia e di raffinazione rappresentano i due poli industriali a maggior incidenza sui fattori di degrado del Paesaggio Locale e costituiscono detrattori paesistici.[…] E’ necessario che vengano adottati tutti i possibili accorgimenti per ridurre il carico inquinante e mitigare l’impatto visivo di tali impianti ed è vietato il potenziamento degli stessi e l’ampliamento delle aree interessate.
Deve essere
prevista la graduale e progressiva
eliminazione degli impianti anzidetti e una riconversione produttiva dell’area che non confligga con la
sua naturale vocazione paesaggistica.”
Il Piano
Paesaggistico dell’Ambito 9 è vigente in regime di adozione, ma, da quanto
risulta, non ancora approvato.
Appare
evidente come un’approvazione del Piano che confermi l’indirizzo sopra
riportato per l’area industriale di Milazzo diviene di precipua importanza per
salvaguardare sia la salute dei 150 mila cittadini che vivono nel comprensorio,
sia il suo patrimonio culturale e paesaggistico, nonchè le importanti
potenzialità economiche che da esso derivano.
Tale
esigenza è dovuta anche al ricorso che Edipower
S.p.A. ha depositato il 23 Febbraio c.a. al TAR del Lazio contro il parere, di natura vincolante,
del Ministero per i Beni e le attività
culturali.
Per i
motivi sopra riportati si richiede l’approvazione
del Piano Paesaggistico dell’Ambito 9 e soprattutto la conferma, senza
sostanziali modifiche, dell’art. 55 ed in particolare degli indirizzi,
delle direttive e delle prescrizioni della specifica 12D- Paesaggio della
riviera di levante”.
Sulla
scorta di questa esemplare iniziativa, auspichiamo
che anche le altre amministrazioni si
muovano in maniera analoga, facendo
propria, qualora non lo avessero già fatto, una simile richiesta all’Assessore regionale dei beni culturali e
dell'identità siciliana.
Auspichiamo inoltre le amministrazioni
comunali a costituirsi in giudizio per avversare il ricorso presentata al Tar
del Lazio da Edipower.
Comitato
dei cittadini contro l’inceneritore del Mela