martedì 8 marzo 2016

Appello congiunto delle associazioni e dei movimenti della Sicilia per la manifestazione di domenica 13 marzo a Milazzo

COMUNICATO STAMPA

Il prossimo 13 marzo le donne e gli uomini del comprensorio del Mela e della Sicilia riempiranno le strade di Milazzo per testimoniare la ferma e comune opposizione all'inceneritore del Mela e a tutti gli inceneritori con un corteo regionale che raccoglierà un nutrito e variegato gruppo di associazioni e movimenti provenienti dalle province dell'Isola. Destinatari del comune sentire espresso dai manifestanti sono i Governi Renzi e Crocetta che invece di impegnarsi a promuovere un Piano Nazionale per la Riduzione, Riuso, Recupero e Riciclaggio dei materiali, si genuflettono ancora una volta alla lobby degli inceneritori, privilegiando i lucrosi affari di alcune multi-utility a discapito della salute delle persone, ma anche a danno dell’economia locale e delle finanze pubbliche. 

Il corteo, che avrà come parola d’ordine  “NO agli inceneritori, SI al recupero di materia e al lavoro pulito” è un altro importante  messaggio all'indirizzo delle istituzioni ma anche a tutti quei gruppi di potere politico e economico che sembrano sordi di fronte alla crescente netta opposizione sociale che da oltre un anno anima Milazzo e la Valle del Mela. Il decreto governativo Sblocca Italia, che promuove e finanzia la combustione dei rifiuti spacciandola come strada obbligata per chiudere le discariche viene avversato anche perché, interramento e incenerimento sono due facce della stessa medaglia. Incenerire non elimina le discariche né migliora le condizioni di salute pubblica e la salubrità dell’ambiente. Inoltre non risolve l' “emergenza rifiuti”, bensì rischia di trasformarla in emergenza sanitaria.

Incenerire aggrava gli oneri economici e sociali sostenuti dalla collettività, in almeno quattro modi: 1) attraverso il pagamento delle spese di conferimento dei rifiuti e trattamento delle ceneri risultanti, 2) attraverso il finanziamento degli accresciuti costi della spesa sanitaria causati dall'aumento o dall'insorgenza di determinate patologie, 3) attraverso il mancato guadagno a danno delle finanze pubbliche, determinato dalla perdita di preziosi materiali che dovrebbero invece essere recuperati, 4) attraverso la perdita delle migliaia di posti di lavoro che sarebbero generati da un funzionante comparto industriale specializzato nel recupero di materia. 

Lavorare senza distruggere e avvelenare è possibile. Un esempio su tutti sia la Provincia di Treviso, dove 50 comuni consorziati danno lavoro a più di 680  persone, raggiungono livelli di RD oltre l' 80% e appena 50 kg/ab./anno vengono conferiti in discarica.

La salute compromessa, la perdita di preziosi materiali, la distruzione di posti di lavoro che si consumano con la scelta di incenerire, e al contempo, l'esistenza di concrete alternative virtuose già praticate nelle zone d'Italia e d'Europa, sono gli elementi che fanno ormai parte di un sapere diffuso e comune acquisito anche grazie al lavoro costante nel territorio di comitati e associazioni. I risultati più importanti si sono manifestati in occasione dell'approvazione da parte di 19 consigli comunali del territorio di delibere di netta contrarietà al mega-inceneritore, dei referendum comunali del 31 gennaio e del 6 marzo 2016 e del partecipatissimo corteo dello scorso 27 settembre 2015. 

Le popolazioni esigono ormai chiaramente che il diritto di vivere in un ambiente salubre e di lavorare in attività non distruttive siano resi effettivi: a queste richieste le istituzioni locali e nazionali non possono più sottrarsi. 

Assieme ai movimenti fratelli che si oppongono agli elettrodotti TERNA, alla costruzione delle trivelle, alla privatizzazione dell'acqua, alla costruzione del MUOS e alla trasformazione della Sicilia in un avamposto militare, vogliamo fare fronte comune per liberare l'isola da quelle politiche e progetti che perpetuano la condizione di dipendenza, sfruttamento e sottosviluppo in cui versa. Ogni anno migliaia di Siciliani lasciano la loro terra, ogni anno altri si ammalano a causa di industrie mefitiche e moltissimi languono sfruttati o disoccupati. 

Adesso più che mai è il momento di fermare le devastazioni e iniziare le bonifiche. Solo questa strada può garantire che la ricchezza dei territori non venga distrutta ma tutelata e i suoi frutti distribuiti a tutti. È arrivato il momento di puntare su attività rispettose delle caratteristiche geografiche, culturali e paesaggistiche dei territori: lavorare senza distruggere e avvelenare è possibile!

Domenica 13 marzo sarà la giornata della protesta, dell’informazione e della proposta. Per questo il movimento NO Inceneritore chiama tutti i movimenti isolani e le realtà associative che credono sia giunta l'ora in cui i territori determinano il loro destino. Fermiamo la devastazione per una Sicilia libera e prospera!

Realtà regionali
Zero Waste Sicilia 
Arci Sicilia
Legambiente Siciliani
Rifiuti Zero Sicilia
Comitato No Muos Niscemi
CSOA Ex Carcere
U Liotru Catania
CSOA Angela C

Realtà Locali

Comitato No inceneritore del Mela
Legambiente del Longano 
Futura Pace del Mela
Zero Waste del Mela
Alsa Luciese
Terramare Sicilia
Collettivo Pinelli